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Comunicato stampa WFP: Il World Food Programme si congratula con il Consiglio di Sicurezza dell'ONU per affrontare il legame tra conflitti e fame

NEW YORK - Il Direttore Esecutivo dell’agenzia ONU World Food Programme (WFP) si è congratulato oggi con il Consiglio di Sicurezza dell’ONU per l’adozione di una risoluzione che affronta, per la prima volta, l’argomento della fame nel mondo causata da conflitti.

“Il voto del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, oggi, è un enorme passo avanti che servirà a spezzare il ciclo tra conflitti e fame che si frappone alla prosperità e alla pace di centinaia di milioni di persone”, ha detto David Beasley. “Il Consiglio di Sicurezza riconosce che la sicurezza alimentare è un fattore essenziale nella costruzione della pace e della sicurezza e ci aspettiamo nel futuro opportunità all’interno del Consiglio di Sicurezza che affrontino il ruolo dell’insicurezza alimentare sia come risultato che come fattore scatenante dei conflitti nel mondo”.

Il 60 per cento delle 815 milioni di persone che, nel mondo, sono affamate croniche, vive in zone di conflitto; significa che 489 milioni di persone soffrono una fame causata dall’uomo e del tutto prevenibile. Di gran lunga, sono i bambini a pagarne il prezzo maggiore: si stima che 122 milioni dei 155 milioni di bambini che soffrono di ritardi nella crescita, nel mondo, vivano in paesi colpiti da conflitti.

Negli ultimi due anni, il numero di persone che vivono nell’insicurezza alimentare acuta è cresciuto del 55 per cento, passando da 80 milioni a 124 milioni di persone, secondo l’ultimo Rapporto Globale sulla Crisi Alimentari, pubblicato a marzo. I conflitti e l’insicurezza sono ancora le cause principali della fame che colpisce 74 milioni di persone in stato di insicurezza alimentare acuta, vale a dire quando i livelli della fame sono così gravi da rappresentare una minaccia immediata per le vite o per i mezzi di sostentamento.

“In ogni zona di conflitto che ho visitato, le persone che ho incontrato chiedono tanto la pace quanto il cibo”, ha spiegato Beasley. “Per decenni ci sono stati progressi nella lotta contro la fame, ma ora stiamo tornando indietro ed è soprattutto perché non le persone non smettono di spararsi tra di loro. Abbiamo bisogno di leader mondiali che tengano conto delle azioni del Consiglio di Sicurezza di oggi per lavorare con noi aiutandoci a porre fine alla fame, creando pace, stabilità e sviluppo durabile nelle regioni che vedono la sofferenza di così tante persone”.

La risoluzione #2018-492 sottolinea ‘la forte preoccupazione che i conflitti armati in corso e le violenze hanno delle conseguenze umanitarie devastanti, spesso impedendo una effettiva risposta umanitaria ed essendo, perciò, causa maggiore del rischio corrente di carestie.”

La risoluzione fa appello a tutte le parti nei conflitti armati affinché rispettino gli obblighi stipulati nel diritto umanitario internazionale, incluso il risparmiare quanto necessario per produrre e distribuire il cibo, come fattorie, mercati, mulini e sistemi di irrigazione. Condanna altresì con forza la riduzione alla fame delle popolazioni come arma di guerra, proibita dal diritto umanitario internazionale e che ‘può costituire un crimine di guerra’.

La risoluzione chiede al Segretario Generale di continuare a fornire informazioni sul rischio di carestie e di insicurezza alimentare in paesi con conflitti armati, nel corso dei suoi regolari rapporti sulle specifiche situazioni di vari paesi.

Promossa da un gruppo costituito da Costa D’Avorio, Kuwait, Paesi Bassi e Svezia, la risoluzione è stata votata all’unanimità dai 15 membri del Consiglio di Sicurezza. Beasley ha ringraziato in special modo i governi dei Paesi Bassi e della Svizzera che nello scorso anno hanno condotto una serie di incontri di alto rilievo sull’argomento in ambito ONU.

 

Per le TV: immagini video dal Sud Sudan, Siria, Yemen disponibili qui

Materiale fotografico sulle operazioni del WFP in zone di conflitto disponibili qui

 

Si invita alla lettura di Winning the Peace: Hunger and Instability